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L’ozio è nemico dell’anima, perciò i monaci devono dedicarsi al lavoro in determinate ore e in altre, pure prestabilite, allo studio della Parola di Dio. (RB XLVIII, 1)
Per Benedetto è il ritmo tra lavoro e studio della Parola di Dio che dà equilibrio alla vita del monaco.
Nel recente discorso che Benedetto XVI ha tenuto durante il suo viaggio in Francia proprio in questo studio della parola il pontefice riconosce lo specifico obiettivo del monachesimo. Così infatti egli si esprime: poiché nella Parola biblica Dio è in cammino verso di noi e noi verso di Lui, bisogna imparare a penetrare nel segreto della lingua, a comprenderla nella sua struttura e nel suo modo di esprimersi. Così, proprio a causa della ricerca di Dio, diventano importanti le scienze profane che ci indicano le vie verso la lingua. Poiché la ricerca di Dio esigeva la cultura della parola fa parte del monastero la biblioteca che indica le vie verso la Parola. Per lo stesso motivo ne fa parte anche la scuola nella quale le vie vengono aperte concretamente. Benedetto chiama il monastero una Dominici servitii schola (Discorso del Santo Padre Benedetto XVI al Collège des Bernardins. Parigi, 12 settembre 2008). Quale indicazione migliore, esortazione più efficace e incoraggiamento per il nostro Studio Teologico che vorrebbe proprio sollecitare le giovani monache al gusto del sapere teologico.
La settimana intorno a Francesco
La Chiesa “in viaggio” cammina e si rinnova
Le dimissioni di Papa Benedetto, annunciate il giorno 11 febbraio e divenute operative il 28 febbraio, avevano aperto un varco, nella vita della Chiesa, per un’occasione di revisione, di conversione, per un balzo in avanti possibile, ma non scontato.
Lunedì 11 marzo, esattamente un mese dopo quelle dimissioni, avevo un incontro serale a Padova, su iniziativa di tre parrocchie, sul tema del “giovedì santo”. Mentre mostravo loro l’esigenza di uscire dalla mentalità tradizionale (la eredità medievale del triduo della passione contrapposto al triduo della resurrezione) e di acquisire la più antica visione dei “tre giorni” (dal vespro del giovedì al vespro della domenica) pensavo che il giorno dopo si sarebbe aperto il Conclave e la Chiesa avrebbe potuto trovare nuovo impulso e nuova forza, anche per annunciare queste verità così fondamentali e così poco comprese.
Il giorno dopo, in effetti, si sono svolti tutti i riti di introduzione al Conclave, che ho seguito per radio mentre raggiungevo Pesaro, dove dovevo tenere le mie 4 ore di lezione, dalle ore 18 alle ore 21. Proprio al momento della pausa, intorno alle 19.30, ho avuto la notizia della “fumata nera”, che P. Lombardi aveva già pronosticata fin dal giorno prima. Come era ovvio, la prima votazione aveva avuto soltanto la funzione di “sondaggio” e di “verifica” delle condizioni di consenso e di orientamento dei cardinali... leggi tutto
Andrea Grillo